Ginosa
Origini del nome
Diversi sono i pareri sull’etimologia. Ginosa, in origine Genusia (Γενουσία in greco), si ritiene sia stata fondata dagli abitanti provenienti da Genusium, l’odierna Cnosso dell’isola di Creta. Taluni studiosi tuttavia fanno risalire il suo nome alle genti provenienti dall’antica Illiria, dove scorre il fiume Genusus. L’ipotesi più diffusa sul significato del nome parla di Genusium (da genus in latino e gènos in greco), “generatrice di popoli”. Tuttavia l’ipotesi più accreditata (alla luce di alcuni frammenti di Sesto Frontino) farebbe derivare il nome Ginosa da Genusia, in quanto le popolazioni locali erano devote al culto di Giano.
Storia
Genusia (Γενουσία in greco antico) fu un importante centro Peuceta (le cui origini risalgono a diversi secoli a.C.), il più vicino alla città di Taranto con cui a fasi alterne strinse relazioni commerciali, fino all’arrivo dei Romani che assorbirono gli Apuli nello stato unitario nascente e assoggettarono Taranto. Nella città vecchia, poi, fu trovata una tavoletta in bronzo, che si conserva nel Museo Nazionale di Napoli, da cui rilevasi che Ginosa nel 394-395 dell’era volgare (sotto il II consolato di Onorio e il III di Arcadio), sceglie per padrone un certo Flavio Successo Ornato.[3] Negli ultimi decenni del secolo scorso furono rinvenuti altri vasi antichi presso Ginosa e vennero illustrati dal Marchese Arditi, dal Visconti e dal Miani, il quale rilevò sei delle fatiche di Ercole. Questi vasi furono per un tempo esposti nel palazzo reale di Capodimonte, donde poi furono trasportati al Museo Nazionale di Napoli. Subito dopo la metà dell’XI secolo Ginosa fu possedimento e roccaforte di Roberto il Guiscardo, come testimoniato anche dall’ampio Castello, edificato a iniziare da quel periodo, tuttora simbolo della città e un tempo punto di controllo di tutto l’arco Jonico tarantino contro incursioni saracene in primis. Nel 1085 Ginosa entra a far parte della Contea di Lecce. Nel XIII secolo viene conquistata dai Sanseverini, e subito dopo annessa al Principato di Taranto e fortificata da Manfredi, figlio di Federico II. Luigi Dei Conti Miani, in una Breve monografia di Ginosa stampata pochi anni or sono raccoglie alcuni documenti di questo tempo e parecchie notizie dei vari oggetti e vasi antichi da lui rinvenuti. Morto Giovanni Antonio Orsini, ultimo principe di Taranto, nel 1463 il feudo di Ginosa passa al demanio, e il Re Ferdinando I lo dona a Pirro del Balzo che, ribellatosi, lo perde. Il Re decide quindi di concederlo a suo figlio Federico, che ne stabilisce per la prima volta i confini. Federico, una volta salito sul Trono di Napoli nel 1496, dona il feudo ad Antonio Grisone, cui succede prima il figlio Federico, e poi il nipote Antonio nel 1515. Ginosa passa ai Doria nel 1556, ai Grillo nel 1606, agli Spinola Marchesi de Los Balbases Alcanices nel 1629. L’ultimo erede di questa famiglia lascia il feudo ginosino alla regina di Spagna, che ancora possiede una vasta tenuta nel territorio di Ginosa, attualmente sottoposto a bonifica. (Da La Provincia Del Jonio Notizie storico-geografiche con prefazione di S.E. On. Giovanni Calò Taranto Tipografia Lodeserto 1924).
Nel 1857 Ginosa viene colpita da un terremoto con epicentro in Basilicata che provoca la morte di 19 persone. Il sindaco Francesco Miani, accorso in aiuto dei feriti, viene premiato dal re Ferdinando II delle Due Sicilie con una medaglia al valore. Dopo l’Unità d’Italia del 1861 Ginosa è vittima di diversi episodi di brigantaggio, ad opera delle bande di Carmine Crocco, Rocco Chirichigno detto Coppolone e Antonio Locaso detto il Crapariello.
Il 2 marzo 2011 la frazione di Marina di Ginosa viene colpita da una terribile alluvione che provoca ingenti danni alle case, alle opere e alle strutture alberghiere. Circa 400 famiglie residenti in contrada Marinella si vedono costrette a lasciare le proprie abitazioni dichiarate inagibili, nelle quali faranno poi gradualmente ritorno nei mesi successivi.
Il 7 e l’8 ottobre 2013, in occasione delle feste patronali, Ginosa viene colpita da una nuova terribile alluvione. Il nubifragio provoca quattro vittime, distruggendo due arterie stradali principali del territorio. L’amministrazione dichiara il lutto cittadino.
Fonte: Wikipedia